“La pallavolo mi ha insegnato moltissimo, ma tutto lo sport in generale è un vero e proprio insegnamento di vita: gruppi di giovani a contatto l'uno con l'altro, si cresce insieme, si impara a socializzare e poi ci sono delle regole a cui ci deve adeguare e che bisogna rispettare. Si cresce e si impara a stare con gli altri. La disciplina, l'ordine e il rispetto diventano parte del tuo carattere".
Partiamo dalla citazione del pluripremiato campione mondiale Luigi Mastrangelo, per introdurre quello che è il pensiero di Cristina Rum, una dei soci fondatori della Quadrifoglio Volley, su quello che è per lei il significato dello sport.
Cristina, che cos’è lo sport?
“Lo sport per me è una delle molte facce della vita, cioè ognuno di noi sceglie di vivere la vita come meglio crede, di impeto, di irruenza oppure in maniera fredda, calcolandola, a volte non onestamente, e lo sport è quello che riflettiamo di noi stessi".
Com’è nata la Quadrifoglio e con quali aspettative?
“La Quadrifoglio è nata nell’84 e il primo vagito di questa società è stata la voglia di mettersi in competizione con altri adulti che in quel momento in città facevano della pallavolo. Noi risultavamo essere leggermente più giovani ma con tanti anni di pallavolo alle spalle e abbiamo pensato di fare anche noi una società di volley per la pura passione di questo sport".
Cos’ha fatto la Quadrifoglio per la città ?
“Se dovessi rispondere a questa domanda risulterei presuntuosa. Dovrebbe essere la città stessa a dire cosa la Quadrifoglio ha fatto per lei. Se esistiamo trent’anni probabilmente il territorio ci ha accettato e assorbito come una spugna, altrimenti non saremmo resistiti tanto a lungo. Penso che qualcosa abbiamo dato, per ciò che riguarda l’aspetto giovanile, dell’integrazione, del sociale. Se ci conoscono non è sicuramente perché siamo andati in B2, perché non ci siamo mai andati, ma abbiamo vinto ben altri campionati… e non mi riferisco solo allo sport".