Al fine di non modificare la notizia la riporteremo integralmente come è arrivata alla nostra redazione.
Inizia cosi il comunicato del Consigliere Comunale Piras: “In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.” M.L.King. - Per poi riprendere - "Sig. Presidente, in segno di protesta e di solidarietà abbandono l’aula. Non mi sento più di ascoltare ciò che un consigliere ha da dire, e di rimanere in questa stessa aula. Non voglio stare nella stessa aula di chi in questi giorni ha ripetutamente insultato, offeso e deriso delle donne, madri di famiglia, con frasi sessiste, volgari, oltre la decenza. Siamo in un periodo storico culturale dove, noi amministratori in primis, non possiamo permetterci di cadere in provocazioni o, addirittura come in questo caso, di esserne i forgiatori. Il bullismo, il sessimo e la violenza verbale sono il male del secolo, ed è al massimo della sua proliferazione. Soprattutto contro le donne. Non basta mettere una fotografia con sotto scritto non alla violenza sulle donne, meglio un semplice gesto a riguardo."
“Mi dispiace che il glorioso Psd’az – aggiunge il consigliere Piras - si prostri a tali atteggiamenti, sempre se si ritiene esso rappresentato dal consigliere in questione.Un partito fondato sulla Sardità, sulle origini e tradizioni della cultura Sarda. Un società formata da sempre sulla figura matriarcale, che mette la donna al centro di ogni attività sociale, e forse è questo il motivo per il quale siamo ancora in piedi.Il consigliere non è nuovo, vedasi consiglio e commissioni, a questi particolari trattamenti verso il sesso femminile, dicesi debole ma indubbiamente più intelligente. E lui da man forte a questa teoria”.
“Esco pertanto dall’aula e non invito volutamente nessuno dei colleghi consiglieri a farlo. Lascio l’aula – conclude il consigliere Piras - sperando che si riporti quest’aula ad un livello istituzionale ai massimi livelli, e non, come sta accadendo ultimamente, ad una fucina di insulti e denigrazioni verso i cittadini.”